Tre fatti. Il primo: quest’anno la conclusione del tempo quaresimale e la Pasqua cristiana coincidono con il periodo Ramadan, tempo significativo per i fedeli mussulmani.
Un gruppo di volontari che fa capo a una parrocchia, da anni gestisce un corso di italiano per stranieri residenti da noi. Il mercoledì della settimana santa, una signora marocchina, alunna assidua e impegnata, si avvicina all’insegnante e le augura “Buona Pasqua”.
Il secondo: «Apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo». Parla così il nostro presidente della Repubblica rivolgendosi all’insegnante della scuola di Pioltello. Non condanna la decisione del consiglio di istituto di prevedere un giorno di chiusura per la conclusione del Ramadan. Si complimenta, anzi, perché il viaggio intrapreso è quello dell’inclusione, quello giusto.
Il terzo: la comunità islamica di Cuneo ha aperto le porte del suo centro di preghiera per illustrare, nel pomeriggio del sabato santo, la loro fede, la loro spiritualità, alcune tradizioni a chi lo desiderava. Sono stati i giovani a farsi carico dell’iniziativa.
Non spaventiamoci! Nessuna invasione. È in malafede chi cerca di scongiurare questi avvenimenti con l’idea che possano confondere, creare malintesi. C’è una strada da percorrere.
Coltiviamo questi valori di conoscenza, di sana curiosità - oserei dire - reciproca. Si può, anzi si deve, al fine di raggiungere una convivenza civile, in pace, rispettosa e anche curiosa del credo degli altri, dove trovare assonanze, vicinanze e condivisione di ideali.