«Abbiate a cuore la dolcezza interiore vivendo in pace». È l'atteggiamento a cui padre Médaille ci invita nella Massima 60. Per vivere abbiamo tutti bisogno della pace come dell’aria, dell’acqua, della luce.
Papa Paolo VI diceva che la pace non è solo assenza di conflitti, è una virtù dell’anima. Perciò la pace esteriore, quella dei semplici e quotidiani rapporti fino alla pace tra nazioni, non è duratura se non c’è anche pace interiore. Questa nasce da un continuo lavorio su di sé. Un lavorio con infinite tappe, a volte anche soste e retromarce, ma sempre la meta è il ri-conoscere se stessi e gli altri come figli amati.
La spirale della ricerca della pace da se stessi si allarga verso un infinito di bene-volenza verso tutti e tutto. È un cammino animato da speranza, sostenuto da costanza, supportato dall’esempio di sorelle e fratelli.
È come quando si sale in montagna. Dapprima il sentiero appare molto faticoso, il freddo penetra ancora nelle ossa e l’orizzonte è chiuso dalle ripide pareti. Salendo però la vista si allarga, ci si anima a vicenda. Non si sente più la fatica perché il freddo dell’ombra è vinto dal tepore del sole e la vetta, pur ancora lontana, è là nella luce.