Care sorelle e fratelli, amici di san Giuseppe, pace e gioia in Cristo Re dell'universo! Condividiamo il vissuto di fede in questa grande solennità, come Giornata della Gioventù.
Tutti i giovani delle diverse Diocesi e provenienze si sono riuniti attorno al loro pastore per lodare la regalità di Cristo. L'arcidiocesi di Kinshasa non ha fatto eccezione. Con loro, molti consacrati e consacrate hanno partecipato alla celebrazione Eucaristica, presieduta dal cardinale, Fridolin Ambongo. Nell’omelia, il cardinale ha detto ai giovani che la fede in Cristo dà loro il diritto di credere in un futuro radioso, come evidenziato in diversi passaggi della Bibbia, in particolare nel Salmo 72. Li ha esortati a non lasciarsi rubare il futuro da nessuno, con queste parole. «Carissimi giovani, celebrare Cristo Re è aprirsi alla speranza di un mondo migliore e di un futuro radioso. Quindi, non lasciate che nessuno vi rubi il futuro. Il tuo futuro dipende da te. Non lasciare che nessuno distrugga la tua speranza in un futuro migliore». Fridolin ha, inoltre, deplorato le condizioni in cui vivono i giovani di Kinshasa in particolare, e quelli congolesi in generale. Per lui, l’interesse dei grandi Influencer è altrove, anziché guardare al futuro dei giovani. «Purtroppo, vedendo la realtà che vivete oggi, cari giovani, tutto fa pensare che si stia sacrificando la gioventù congolese. Le vostre aspirazioni sono diventate l’ultima delle preoccupazioni di coloro che dovrebbero garantire promozione e futuro».
Riferendosi all'attuale questione di un probabile cambiamento o modifica della costituzione, il successore del defunto, Mosengwo Pasinya, ritiene che gli attuali Leader siano più preoccupati del loro futuro politico che dell'interesse generale del popolo.
Noi suore, provenienti da diverse comunità, abbiamo vissuto questa giornata in Ritiro spirituale, a Kimwenza. Cristo, Re dell'universo, possa stabilire il suo regno nei nostri cuori, nelle nostre comunità e nelle nostre rispettive famiglie. L’annuncio del suo messaggio, nelle Celebrazioni liturgiche, sia rispettoso e improntato all’attenzione dei più deboli.