La congregazione delle Suore di S. Giuseppe di Cuneo, sempre attenta e sensibile all'appello della Chiesa verso un’azione “Ad Gentes”, accoglie la richiesta di aprire una presenza missionaria in Brasile.
Nel 1970 madre Andreina Manassero, ritornando dalla visita alle comunità dell’Argentina, s’incontra con i sacerdoti di Cuneo che operano in Curitiba e quelli di Mondovi che dal 1967 lavorano a Nova Iguaçu. Nasce qui il primo “sì” alle richieste della Chiesa in Brasile! Viene, in seguito, fatto un appello a tutta la congregazione. La risposta positiva è grande ed esuberante.
Alcune suore sono state chiamate per questa missione. Si preparano partecipando al corso Ceial di Verona che, in quegli anni, preparava sacerdoti, religiose e laici per l’America Latina. Il 1° giugno del 1972 parte il primo gruppo dal porto di Genova, con il transatlantico “Augustus”, dirette a Rio de Janeiro. Siamo in sei: suor Daniela Quaglia, suor Irma Dutto, suor Amelia Popeso, suor Giustina Basso, suor M. Regina Martini e suor Anna Clara, la sottoscritta. Altre due suore, suor Anita Massa e suor Anna Teresa Aimar, arriveranno due mesi dopo a completare le due prime comunità.
È una partenza segnata dalla fede, dalla gioia, da tante attese e sogni, ma anche dalle incertezze, dal distacco da tante cose, dal timore del nuovo e, soprattutto, dalla separazione dai propri cari e dalla Congregazione. Il suono indimenticabile di quella sirena, che per lungo tempo echeggiò nei nostri orecchi e nel cuore, non la dimenticheremo mai! «Salite sulla nave». Ci siamo disposte a lasciare ... e davvero, come dice un canto conosciuto “Partire è sempre un po' morire”... è un lasciare... è un perdere... Ma certamente nell’ottica pasquale “è un perdere per ritrovare e guadagnare”!
Tredici giorni di viaggio con due tappe sulla terra ferma: Barcellona e Lisbona. Poi solo acqua e cielo. Un percorso lungo, ma anche bello e positivo per tanti aspetti. Soprattutto, un aiuto per chi va, per la prima volta, a vivere in una terra straniera. Una maturazione a lasciare poco a poco una realtà, per aprirsi ad un altro mondo, un’altra lingua un’altra cultura, un altro ambiente... Non è uno sradicarsi, ma un inculturarsi in una nuova terra per essere fecondi.
Con noi viaggiavano altre suore di diverse congregazioni e missionari. Alcuni avevano partecipato con noi al corso Ceial ed è stato fruttuoso avere insieme momenti di preghiera, di scambio, di approfondimento dei documenti conciliari, di esercizio del portoghese... Come anche qualche partita a carte... Nell’insieme, avere il tempo per contemplare gli splendidi e svariati tramonti, le bellezze dell’oceano, a volte anche in tempesta, è stato una meraviglia.
Il 13 giugno 1972, siamo arrivate finalmente nella Bahia di Guanabara. Il sole stava tramontando, il cielo era di uno splendore indescrivibile, con i suoi colori vivi e forti, come non avevo mai visto! Ho davanti agli occhi, come se fosse oggi, la statua del Cristo Corcovado illuminata, con le braccia aperte per accoglierci amorevolmente. Era il suo benvenuto in questo paese sconosciuto, che sarebbe poi diventato il nostro paese. La nostra terra, la nostra casa, la nostra scuola e ... la nostra seconda patria!
Sentimenti di gioia, di forti emozioni, si alternavano a sensazioni di timore e di una certa insicurezza. Esperienza unica e fortissima, che sento ancora oggi.
Il Signore era lì, assicurandoci: “Non temete, io sono con voi tutti i giorni della vostra vita”. Queste parole ci hanno accompagnate lungo i nostri 50 anni. Mi hanno accompagnata a Nova Iguaçu, come adesso in Amazzonia.
Celebrando questo giubileo d’oro, ricordo con riconoscenza le tante e tante persone che con noi hanno tessuto questa storia, sostenendoci sempre! Grazie! “Magnificate con me il Signore”.
Soprattutto, a lui innalzo il mio grazie, la mia e nostra lode, con le parole del salmista: “Che cosa renderò al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e in ogni tempo lo benedirò!”.
Con gratitudine! Suor Ana Clara Corino