Ogni giorno il nostro pianeta vive situazioni drammatiche e sconcertanti. Papa Francesco ci invita costantemente a un ripensamento: «Non abituiamoci a vedere la guerra come cosa normale della vita;
a vivere come se nulla fosse, indifferenti al dolore della gente e ai clamori della casa comune». Il pericolo e la tentazione dell'indifferenza, del passare oltre è frequente anche nell’ambito religioso. La Parabola del Samaritano è di una attualità sempre sconcertante. In questi tempi di grosse sciagure a livello climatico e alle guerre che moltiplicano le vittime innocenti in vari angoli della terra, mi sono rallegrata dei piccoli segni di fraternià, di gratuità, di dono agli ultimi e di fedeltà al “caro prossimo”. Voglio condividerne uno, che mi ha comunicato suor irmã M. Graça da Silva, la quale ha vissuto con me i primi quattro anni di missione in Amazzonia. Ora vive con i migranti del Venezuela, ai confini del Brasile.
«Come gruppo dell’Istituto delle delle Suore di San Giuseppe in Brasile, sempre abbiamo sognato di formare una comunità inter-culturale, con le nostre suore africane. Il tempo di Dio è adesso... è il Kairos che stiamo vivendo. A fine maggio, abbiamo avuto la grazia di accogliere suor Celestine e suor Marie Janne: tutte e due congolesi. Sono venute per una missione “Ad Gentes”. All’inizio si sono inserite in una nostra comuntià, vivendo un processo di interculturazione, prendendo familiarità con la lingua, conoscendo un po´ la storia di questo paese. Una zona con immense ricchezze e valori, grosse sfide e problematiche, ricche espressioni culturali, tradizioni, l’arte culinaria... Prossimamente, le due suore passeranno nelle nostre comunità, presenti in Brasile, per conoscere realtà e situazioni di vita. Poi il progetto sognato: apriremo una nuova comunità, in cui loro saranno effettivamente membri, come presenza missionaria. Questa esperienza interculturale la sentiamo molto ricca, poiché ci apre a nuovi orizzonti, ci fa il dono di entrare l'una nella cultura dell’altra, di accoglierci nelle nostre diversità e di completarci. Oltre, ovviamente, a poter contare su nuove energie per rispondere alle necessità più urgenti. È un “apprendistato” reciproco, è un dare e un ricevere... Il processo interculturale, certo, non è facile. Richiede da parte di ciascuna un’apertura di cuore e di mente, un saper allargare la nosra tenda, avere pazienza storica, spirito di adattamento. Tutto questo è possibile e sarà fecondo, grazie allo Spirito che accompagna e crea sempre “cose nuove”!».
Nel mese di ottobre, suor Celestine e suor Marie Janne sono state accolte nella nostra comunità di Boa Vista de Cuçari, per trascorrere un periodo insieme. Un grande dono, un segno che “fa la differenza” anche per le nostre comunità ecclesiali. Con riconoscenza!