Un breve soggiorno in Italia per suor Renza Bono, momento di vicendevole incoraggiamento per i suoi impegni oltreoceano e le nostre vite qui. L'ho incontrata e ha risposto a qualche mia domanda.
Da quanti anni sei in Argentina?
«Da 44 anni. Da sempre nella periferia di Buenos Aires, precisamente Quilmes, Varela e Berazategui. Io e le mie consorelle viviamo e siamo direttamente impegnate con la parte di popolazione più debole, più sofferente, effettivamente povera, non solo materialmente. Conosciamo e condividiamo le difficoltà e i disagi di chi fa più fatica. Sono tante le attività a carico nostro e ai numerosi laici che collaborano con noi».
In concreto quali?
«Operiamo in un Hogar (casa) dove sono ospitate ragazze che non possono rimanere nelle loro famiglie o che non hanno riferimenti sicuri. Vengono accompagnate nella formazione e ricerca di autonomia. Ci sono i due Comedores (saloni) per bambini e adolescenti. Due i turni giornalieri. Viene garantita colazione, attività, pranzo prima della scuola. Chi arriva alle 12.30 fa pranzo, a cui seguono attività educative e la merenda. Inoltre c’è la Casa per le madri vittime di violenza familiare, dove sono ospitate con i loro figli. C’è un Centro specializzato (Cresciendo) che si occupa di bambini con problemi di handicap, dove opera il personale adeguatamente preparato. C’è un Centro per bambini e adolescenti vittime di violenza sessuale e abusi. E c’è una Guarderia (scuola materna) per i più piccoli. Il governo argentino garantisce un sostentamento che non è sufficiente al funzionamento di tutte queste attività».
Sappiamo che tanti ti seguono dall’Italia: che cosa vuoi dire a noi di qui?
«È una “mistura” (insieme) di gente che si interessa. Riceviamo aiuti dall’Italia e dagli Argentini. È una goccia quella che i singoli possono donare, ma insieme rappresenta un sostegno vitale. È importante a livello economico, ma anche come sostegno morale. Fa bene sentire, percepire che qualcuno si interessa, prega, si fa amico, accompagna. Importante che qualcuno “ci” pensi. Tuttavia è fondamentale che chi aiuta quelli lontani sia impegnato anche nel proprio paese, nell’attenzione verso coloro che faticano vicino a loro».