«Ho visto l’oppressione del mio popolo … e sono venuto a salvarlo» (Es 3,7-8). Non è sempre facile scoprire quello che il Signore desidera dal suo popolo. Le prove e le difficoltà non sono facili da vivere.
Meglio, come accettarle e come risolverle. È quello che si vive in Argentina in questo momento a livello politico, dopo l’elezione del nuovo Presidente, Javier Milei. Persone della polizia, insegnanti, medici ed infermieri lottano e attendono da 10 giorni per ottenere uno stipendio giusto e dovuto in base al loro lavoro. C’è stato anche un silenzio profondo da parte della Chiesa, in un primo momento. Anche il governo Nazionale non ha reagito, dato che i problemi riguardano i governatori delle Province.
Purtroppo si sa che i grandi magazzini sono pieni di viveri, ma la gente soffre la fame. Di fronte a questo dramma la Chiesa, attraverso persone impegnate nei centri di distribuzione degli alimenti, si sta attivando e fa pressione per una pronta apertura.
Il nuovo Presidente, che ha il compito e dovere di cercare la giustizia e il bene della popolazione, se ne lava le mani. Anzi pensa solo alla ricchezza e al bene di se stesso e dei suoi Senatori e Deputati, i quali possono aumentare il loro stipendio fino a 8 mlioni di pesos (pari a 401.746)!
Noi suore, come comunità, cerchiamo di condividere e venire incontro a questa situazione di povertà. Offriamo sostegno e aiuto, come ci è possibile, affinché la realtà sia meno dura. Sicuramente è solo una goccia nel mare, ma la presenza solidale, la parola di speranza il patire-con può fare la differenza.