Il giorno 2 febbraio celebriamo, come ogni anno, la giornata della Vita Consacrata! È un giorno di rendimento di grazie, di festa, di memoria, di rinnnovato impegno nella sequela di Gesú.
È lui che ha scelto e chiamato donne e uomini di ogni tempo e luogo per essere sue discepole e suoi discepoli. La Vita Consacrata, alla luce del vangelo di Marco: “Stare con Gesú per andare verso i fratelli”, con il carisma specifico di ogni congregazione”! Stare con Gesú, per assumere i suoi atteggiamenti, il suo stile di vita. Configurarci progressivamente a lui, casto, povero e obbediente al Padre. Essere nel mondo un segno del Regno. Condividere questa esperienza mi richiede di situarla nel suolo e contesto latino americano, dove ho vissuto per ben 50 anni, con le mie consorelle, nelle varie comunità in cui ho sostato. Sì, quella “terra sacra e benedetta” ha segnato la mia e la nostra consacrazione a Dio e ai fratelli! Dopo la formazione iniziale è stata la mia scuola, il luogo della formazione umana, spirituale, sociale e anche carismatica.
Le grida della gente e la situazione di esclusione e di ingiustizia sono diventate la nostra preghiera, la nostra supplica al Signore! Ci hanno fatto scoprire il Dio dell’Esodo, che vuole solo il Bene per i suoi figli. Un Dio che continua a scendere per liberare il suo popolo e portarlo verso la “terra senza mali”! L’animo buono del popolo latino americano, profondamente solidade, ci ha sempre interpellato ad accogliere tutti. Ad aprire le nostre mani e il cuore per condividere ciò che siamo e che abbiamo. È stato facile comprendere l’attualità della “moltiplicazione dei pani e dei pesci” con il detto: “L’unione fa la forza”!
Anche la dimensione dei tre voti evangelici, pur segnata dalla nostra miseria e dai limiti umani, ha il sapore e il colore di questa terra, che è diventata la nostra terra. Il lavoro in équipe, invitate all’ascolto dell’altro diverso da noi, è stata una delle lezioni nel cammino dell’inculturazione. E la comunità un luogo di incontro, di riconciliazione, scuola dove si impara a dare e ricevere, sommando le forze, i doni e anche i limiti.
Sento davvero, come dice bene papa Francesco, di «Guardare al passato con profonda riconoscenza!».
Mi incanta, ed è profondamente significativa, l’immagine-slogan, assunta quest’anno dalla CLAR (Conferenza dei Religiosi Latino Americana). È un programma di cammino: “Le Donne dell’Aurora, alla luce del brano della Risurrezione!".
La contemplazione delle donne dell’aurora apra spazi allo Spirito. Incoraggi la Vita Consacrata a far nascere e dare vita non solo del Continente Latino Americano, ma del mondo intero!
In un tempo tenebroso, incerto e insicuro le donne coraggiose del Vangelo ci sfidano “a vivere con passione il presente e a guardare al futuro con una speranza osata!”.