È stato un bagno nella Risurrezione di Gesù e nella forza del suo Spirito, che trasforma vite perdute di giovani in gioiosa realizzazione di salvezza, il pomeriggio di venerdì 2 giugno.
Questa l’esperienza vissuta da circa 45 suore di varie Congregazioni, che hanno fatto visita alla Comunità Cenacolo di Saluzzo, fondata da madre Elvira Patrozzi. L’iniziativa riguardava l’ultimo appuntamento della serie, programmati dall’Usmi di Cuneo, Fossano e Saluzzo. Siamo state accolte da alcune sorelle e fratelli che vivono in una zona magnifica della collina saluzzese, con i giovani della loro comunità. In un grande salone don Stefano Aragno, responsabile della Comunità, e una sorella, ci hanno rivolto un saluto affettuoso e introdotto alla conoscenza di questo meraviglioso progetto. Abbiamo poi visto e assaporato un video in cui madre Elvira ci ha raccontato la sua vita. È stata lei stessa fondatrice del Cenacolo e strumento di Dio per la sua realizzazione. Una storia di fede, di grande sapienza, di fiducia illimitata nella Provvidenza. Un vento dello Spirito che suscita e accompagna il cammino di chi crede, fino a dire il suo sì generoso e ad abbandonarsi.
Queste le parole di madre Elvira, registrate nel video, quando ancora era in buona salute.
«La direzione del mio cuore erano i giovani che si perdevano nelle “estasi della droga”. Li vedevo soli, senza pastore, senza punti di riferimento, allo sbaraglio. Con tanto benessere, tanti soldi in tasca, l’auto lussuosa, la cultura… Eppure tristi e morti nel cuore. Tutto è avvenuto senza che io me ne accorgessi. Mi sono tuffata nella misericordia di Dio e mi sono rimboccata le maniche per amare. Amare e servire. Ora, i ragazzi accolti nelle 71 comunità sparse in tante nazioni e continenti, sono migliaia. Tra loro sono maturate anche vocazioni alla vita sacerdotale, religiosa e consacrazione laicale. Attualmente sono 35 le suore di varie nazionalità, 12 i sacerdoti e alcuni Fratelli che, risorti e salvati, dedicano la loro vita per aiutare altri giovani sbandati».
Abbiamo, poi, sentito dal vivo la testimonianza di una coppia e di due giovani. Con semplicità e coraggio, ci hanno raccontato la loro storia fatta di fatica, di sofferenza, di solitudine. Hanno rifiutato la propria croce, sono vissuti in assenza di riferimenti familiari sicuri. Ma il cammino di fede e di preghiera, iniziato nella comunità del Cenacolo, li ha portati ad accettare la propria povertà. Sono tornati a credere nell’amore di Dio, ad affidarsi alla sua misericordia, a far pace con se stessi e con la propria famiglia. Sono risorti.
A conclusione dell’incontro una ricca e abbondante merenda, preparata dai giovani. Un momento amichevole di fraternità tra noi e con altri giovani, ospiti della comunità.
Siamo tornate a casa arricchite di una esperienza che ci ha donato molto.