Porto in cuore le parole di fratello Carlos Mesters, un grande biblista dell’America Latina. «Il Signore ci ha lasciato due libri, ugualmente importanti: la Bibbia e la Vita!». Com’è vero!
Sia l’uno che l’altro ci rivelano l’amore di Dio e la sua mano che crea e ricrea! Molte di noi, suore di san Giuseppe insieme a numerosi laici del “Piccolo Disegno”, abbiamo vissuto domenica 9 luglio, in Casa Madre, un momento particolarmente ricco e carico di rivelazione e di incontro. Tutti uniti dallo stesso carisma di padre Médaille, provenienti da diversi paesi. Congo, Camerum, Argentina, Brasile, Perù, Romania, Svizzera e da diverse regioni d’Italia.
Madre Gemma Gastaldi ci accoglie e ringrazia soprattutto i laici presenti, che hanno accettato l’invito a vivere una giornata con noi ... Il loro apporto è molto importante. E sottolinea «Mi sembra di poter dire che il tema dell’interculturalità, su cui oggi rifletteremo insieme, è già visibile attraverso i vostri volti, il vostro abbigliamento, i vostri capelli e modo di essere. Se potessimo fare una fotografia e proiettarla, noteremo quanto sia ricca e bella questa multiforme diversità. Essa, movimentata dallo Spirito, ci mette in dialogo, in ascolto reciproco, provocando vita, armonia, bellezza ed unità ... Questa giornata possa mettere in movimento la nostra mente e il nostro cuore, donandoci di abbattere le barriere che ci separano. La luce dello Spirito ci renda capaci di accoglierci reciprocamente, di accogliere le diversità dell’altro come ricchezza. Solo così la nostra vita potrà crescere ed essere impreziosita dal dono che riceviamo».
In seguito, suor M. Cristina Gavazzi, suora di san Giuseppe di Chambéry, con profondità, chiarezza e vivace creatività ci aiuta ad approfondire il tema del’interculturalità, secondo lo stile di Gesù, come dal titolo “Il cammino di Gesù verso l’interculturalità”. Il punto di partenza è il prologo del vangelo di Giovanni: “E il Verbo si é fatto carne e venne ad abitare tra noi”! Farsi carne significa entrare in un contesto storico, geografico, culturale ben specifico che, per Gesù, è la Palestina. Qui ha vissuto, ha compiuto un cammino di crescita, di evoluzione, di ingrandimento dei suoi orizzonti culturali. Come uomo e giudeo ha gradualmente maturato e assunto la missione affidatale dal Padre. Rivelare a tutti l'amore del Signore, perché “tutti abbiano vita e vita in abbandanza“.
Diversi passaggi biblici ci aiutano a prendere coscienza del cammino interculturale che Gesù ha compiuto. Noi, come lui, siamo chiamati ad assumerlo, in forza del battesimo. Ci soffermiamo sulla parabola del Buon Samaritano. Un testo fondamentale e illuminante nel nostro cammino pre e capitolare. La riflessione ci permette di entrare nella scena evangelica, di percepire i limiti e i valori racchiusi nel testo, le grosse sfide per noi oggi. Il lavoro, poi, in piccoli gruppi formati spontaneamente hanno favorito il confronto e suscitato interrogativi. Nel pomeriggio, la simpatica dinamica di mimare, sempre a gruppi, i tratti culturali dei paesi presenti in assemblea ha dato davvero un tocco di originalità. Sono aspetti che rivelano la mano di Dio, il suo invito a vivere da fratelli e a realizzare il suo sogno. Il tutto molto bello e molto ricco.
Anche il pranzo, consumato in cortile con semplicità e piacere, ci permette di continuare a stare insieme. A intensificare le relazioni con l’altro che ci sta accanto e magari lo incontriamo e conosciamo poco.
Questa giornata, che che ha il suo apice nella celebrazione Eucaristica, presieduta da monsignor Piero Delbosco, vescovo della diocesi Cuneo-Fossano, apre il XXXIV Capitolo Generale della Congregazione delle suore di san Giuseppe di Cuneo.
Nel cuore di tutti palpita il grazie: “Grazie, una semplice parola che giunge dal profondo del cuore”!