22 gennaio, un lunedì pomeriggio. La Casa Madre delle suore di san Giuseppe si anima per la presenza festosa e fraterna di numerose sorelle delle varie comunità cuneesi e non.
Sono convocate da un evento speciale, la presentazione del libro “Pennellate di un carisma” scritto da don Gianluca Zurra. È un testo desiderato e proposto dalla Federazione italiana delle suore di san Giuseppe per mettere in luce le linee essenziali del Piccolo Disegno, carisma che ci è stato affidato da padre Médaille fin dal 1650 e che continua a guidarci. L’invito alla presentazione di un nuovo libro è sempre qualcosa che incuriosisce e attrae; se poi l’argomento è a noi molto caro, vitale e ci riguarda, allora l’attesa si fa desiderio, curiosità, emozione. Qui si parla di ciò che sostiene e alimenta la nostra forma di vita. L’autore rilegge i testi della nostra spiritualità, con un linguaggio essenziale, vivo, attraverso una “semplice lente di ingrandimento”, come profezia per la Chiesa oggi, perché possa parlare con quello “stile nuovo, fresco, essenziale, umano, fraterno” di cui c’è bisogno per riascoltare il Vangelo di sempre (Puoi ascoltare l'audio: prima parte / seconda parte).
L’inizio della relazione è subito sentito come un volare alto, un contenuto di grande spessore e di attualità in tanti campi. Si parla di: trasmissione umana, essere generativi non nostalgici del passato per paura del cambiamento, di riprendere in modo nuovo i contenuti ricevuti dalle generazioni precedenti, rileggere con creatività il passato e quanto in esso ci ha sostenuto e guidato nel tempo. È un discorso che tocca tutta la Chiesa, nella quale condividiamo la fatica dell’annuncio del Vangelo al mondo. Dal concilio Vaticano II la Vita consacrata, in particolare, è stata stimolata al cambiamento, a diventare discepola di questo nostro tempo, adeguando il suo patrimonio spirituale e di pensiero al cammino della storia. Il nostro Dio è un Dio vivo e creatore, in ogni epoca.
Una domanda ci abita il cuore, proseguendo nell’ascolto: Un carisma così lontano nel tempo, come può essere interessante per noi, oggi?
Siamo invitate da madre Lucia Gallo, nel saluto iniziale, alla fiducia nell’accogliere i contenuti proposti, che ci aiuteranno a riattualizzare nell’oggi la vitalità del carisma e ricomprenderlo per farlo risuonare nuovo. Nel Vangelo si accenna allo scriba divenuto discepolo del regno dei cieli, che estrae e custodisce cose nuove e cose antiche. Il nostro pensiero va spontaneamente alle sorelle che nei secoli hanno custodito, vissuto e fatto crescere e trasmesso a noi il dono ricevuto.
Citando N. Sarthou-Lajus, don Zurra esplicita la forza e le implicanze della sua espressione: “La trasmissione umana non consiste nel riprodurre il medesimo, ma nel generare un altro che suscita sempre la sorpresa, fonte tanto di stupore quanto di disappunto”. Per noi, in questo nostro tempo, rileggere il carisma non è riprodurre (a specchio, come fotocopie) i contenuti della nostra spiritualità, ma il coraggio di affrontare un generare qualcosa di inedito a partire dalla forza della vita che si evolve. La paura di questo compito generativo rischia di renderci sterili, appiattite nella nostalgia del passato, anche come congregazione. Abbiamo raccolto il testimone dai nostri genitori, dalle sorelle che ci hanno precedute, ora passa nelle nostre mani il diventare capaci di essere persone generative a nostra volta.
Le tappe per questo compito, riaffidatoci oggi da padre Médaille nel Piccolo Disegno, sono descritte dall’autore nelle pagine del libro secondo quattro tratti creativi di colore: la spiritualità del quotidiano, la fraternità che nasce dall’Eucaristia, la profezia dell’umiltà e gentilezza, la missione che si muove dal cuore pulsante di Dio Trinità. Ogni termine della nostra spiritualità, nell’ascolto della relazione, sta riecheggiando in noi come un sorso di vita, capace di dissetare altri.
Le risonanze dell’assemblea, che concludono l’incontro, rivelano la gioia che ci abita per questa riscoperta del nostro carisma attraverso una lettura nuova dei nostri Testi programmatici, mentre ci portiamo dentro le domande coinvolgenti che l’autore ci ha lasciato. Una forte parola conclusiva è risuonata: insieme, in stile di vita sinodale, con un percorso personale di rilettura creativa del carisma, in cui ciascuno dà il proprio contributo. Ora il testo è nelle nostre mani, ci auguriamo di trovare, con l’aiuto dello Spirito santo, quali pennellate di colore siamo invitate a esprimere con la vita in questo nostro tempo.
«La tradizione non è il culto delle ceneri, ma la custodia del fuoco» (G. Mahler).