Un caloroso “benvenuti” accoglie suore e laici, per vivere insieme il pomeriggio del 4 febbraio, la giornata della Vita. Il salone dell’ex-Collegio Immacolata si sta popolando di volti noti e nuovi.
Nella gioia di saluti, abbracci, sorrisi accoglienti per i convenuti, forse in cuore può sorgere la convinzione ovvia. Non c’era un modo per festeggiare la vita, migliore di questo: incontrarci come famiglia allargata, Famiglia del Piccolo Disegno. Festeggiamo l’immenso valore della vita di ciascuno di noi, da quella del piccolo Francesco in carrozzina a quella di chi ha visto ormai tante primavere e celebra i 70 anni di vita religiosa. E non dimentichiamo la vita, per noi speciale, di padre Médaille che ha accolto da Dio il dono del Piccolo Disegno giunto fino a noi.
La vita ci sorprende, scrivono i Vescovi italiani per questa giornata. Ci sorprende anche il nostro carisma, è il saluto di madre Lucia Gallo a nome del nuovo governo generale, pur nelle nostre fragili forze, nella vita di chi abbiamo accanto. Bello il simbolo delle matite variamente colorate, tutte orientate verso un unico centro per servire a uno splendido disegno!
Laici e suore insieme: una novità? Non è il primo incontro così familiare. L’idea è di padre Médaille che si augurava di accogliere nel suo progetto le anime più desiderose di santità, pur vivendo in modalità diverse la chiamata secondo il proprio stato di vita.
Il programma di questo incontro è stato preparato dalla neo-Commissione della Famiglia del Piccolo Disegno, nata dal Capitolo generale 2023. Ci viene offerto un momento di conoscenza con un filmato che ci proietta nel sogno del Fondatore: essere strumenti di unità nelle divisioni del suo tempo. La riflessione si fa, quindi, preghiera gli uni per gli altri perché il carisma colori le nostre relazioni con Dio, il prossimo, con il creato. Seguono: uno sguardo su futuri incontri, una pausa-gioco originale, stile biblico-médaillano, che fa passeggiare le 5 squadre nel bosco di padre Médaille. Infine, la sosta di “merenda”, perché mangiare insieme qualcosa sa di “casa” e di “amicizia”.
C’è ancora bisogno oggi di vivere questo carisma: diffondere l’amore? Sì, ce lo chiede il Fondatore, pur in forme odierne. Curare l’essere più che il fare. Vivere relazioni buone, vere e libere, crescendo in umanità, alla scuola della cordiale carità, a modello di san Giuseppe. Ce lo chiede la Chiesa, perché sia sempre più “casa di comunione” aperta al mondo perché diventi “fratelli tutti”.
Il grazie a chi ha espresso idee e fatica per organizzare questo pomeriggio di festa si legge nei volti. Parole, saluti, segni di affetto per quanto si è vissuto insieme, per il coraggio che l’amicizia fraterna infonde ai passi successivi.
Ci auguriamo un buon cammino, sentendo cantare in cuore la gioia al ritmo di musica e parole del “Il Canto dell’Amore” (fra Federico Russo).
Se dovrai traversare il deserto,
non temere , io sarò con te...
sentirai la mia forza nel cammino.
Io sono il tuo Dio, il Signore.
Ti ho dato il mio amore
Perché tu sei prezioso ai miei occhi,
vali più del più grande dei tesori.
Io sono con te dovunque andrai.