La grazia dell’obbedienza mi ha condotta, circa tre mesi fa, in una piccola frazione della Diocesi di Saluzzo. Da 25 anni di esperienza della vita in città ad un paesino di campagna.
Con i suoi ritmi tranquilli, le strade silenziose, le distese di campi, l’alba e il tramonto, contemplati dal balcone della mia camera. È come vivere in un monastero, con porta e finestre aperte sul grande piazzale della parrocchia e sulla comunità intera. Qui si incrociano gli eventi lieti o tristi delle famiglie che la compongono. Con esse, noi suore, condividiamo le gioie, i dolori e le fatiche del vivere quotidiano. Anche questo per me è un “fare casa”, come è stato nell’esperienza di servizio degli anni precedenti. Un modo di vivere le relazioni, incarnata nelle situazioni che le famiglie affrontano quotidianamente e ci condividono, con fiducia e affetto.
Non avrei mai pensato a un inserimento così sereno e immediato. Certo è un regalo gratuito di Dio, che non si lascia vincere in generosità.