Nel pomeriggio del 24 novembre si è svolto il primo degli incontri di formazione programmati dall’USMI delle diocesi di Cuneo-Fossano e Saluzzo. Siamo stati accolti nella Casa Madre delle suore di San Giuseppe.
Il relatore, don Flavio Luciano, vicario episcopale per la pastorale, con grande passione ci ha presentato il giubileo, che vivremo da dicembre 2024 a fine 2025. Un evento di grazia del popolo di Dio in cammino, che desidera accogliere la misericordia del Signore per rinsaldare, rinnovare, rinforzare la vita cristiana. Il tema del Giubileo “La speranza non delude”, rappresentato molto bene nel logo, ci invita a camminare insieme dai quattro continenti. Tutti uniti e aggrappati alla croce di Cristo che è la nostra Speranza, anche se le acque non sempre sono tranquille. Don Flavio, ha fatto spesso riferimento alla bolla di indizione del Giubileo “Spes non confundit“ nella quale papa Francesco ci ricorda che «La speranza cristiana non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà separarci dall’amore divino… Essa si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità» (Snc 3). E ancora ci esorta a «chiedere spesso la virtù della pazienza, che è figlia della speranza e nello stesso tempo la sostiene» (Snc 4). «Da questo intreccio di speranza e pazienza appare chiaro come la vita cristiana sia un cammino, che ha bisogno anche di momenti forti per nutrire e irrobustire la speranza, insostituibile compagna che fa intravedere la meta: l’incontro con il Signore Gesù» (Snc 5).
Celebrare un giubileo è un’intensa esperienza di grazia e di speranza. Ci aiuta a credere che il tempo e la storia sono luoghi teologici di salvezza. È un momento forte che ci invita a essere santi: “Siate santi, perché io sono Santo”.
Concludendo, il relatore ha citato il tema scelto dall’USMI Nazionale per il giubileo della vita consacrata: “Pellegrini di speranza sulla via della pace”. Oggi è quanto mai urgente disarmare i cuori e le parole per costruire la pace. Ci ha richiamato a vivere la prossimità e la gratuità percorrendo la via della non violenza sull’esempio di Gesù, uomo non violento. La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia: è un cammino in salita, che si può percorrere se ci lasciamo guarire dalla misericordia di Dio.
Il Papa termina la bolla di indizione del giubileo con questo invito: «Lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: “Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore” (Sal 27,14). Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo, al quale va la lode e la gloria ora e per i secoli futuri».
È questo l’augurio che ci facciamo reciprocamente, perché la speranza illumini la nostra vita e quella dei nostri fratelli. Buon cammino o meglio buon pellegrinaggio.