Mia sorella ed io ci amiamo molto, ma siamo differenti in tutto e per tutto. Tra le tante cose su cui non abbiamo le stesse idee c'è il discorso della religione. Lei afferma di non essere credente.
L'altro giorno, però, mi ha sorpresa regalandomi una grande lezione.
Abita a Roma, da un po' di tempo. Un giorno è entrata a visitare la Basilica di San Giovanni in Laterano. Mentre me lo raccontava, mi ha detto: «Ho pregato un po'... - commentando, in maniera buffa - ora, però, non esaltarti! Sai che non credo, ma mi andava di pregare così, solo qualche parola tra me e me».
Le ho chiesto in che modo aveva pregato. Lei mi ha risposto: «Ho detto che se c’è anche solo un briciolo di felicità, di aggrapparmici con tutta me stessa: di avere la forza per farlo, sempre».
Sono rimasta molto colpita. Mi sono tornate in mente alcune parole delle catechesi di papa Francesco e le ho messe in relazione con quelle di mia sorella.
In primis, «Essere felici non è una fatalità del destino, ma un risultato per coloro che possono viaggiare dentro se stessi», con “…solo qualche parola tra me e me”. «Sperare, sperare sempre anche quando può sembrare sconsiderato», con “…di avere la forza per farlo sempre”. «Non rinunciare mai alla felicità perché la vita è uno spettacolo incredibile», con “…quel briciolo di felicità, aggrapparmici sempre”.
Grazie, sorellina, perché la tua preghiera è più forte di tutte le mie.
Auguro preghiere "di felicità" a tutti...
Senza esaltarsi troppo, però, … basta anche un briciolo!