Al mattino, quando il primo sole illumina la cima degli alberi, sovente il mio sguardo era attirato da una betulla, elegante, rigogliosa. Da anni ormai viveva nel prato adiacente alla nostra casa.
Circondata da un fresco tappeto verde. Soprattutto mi ritrovavo a fissare l’attenzione sulle foglie, che oscillavano in sintonia alla leggera brezza mattutina. Mi sembravano tante sorelline in pieno accordo, gioiosamente impegnate in un medesimo gioco. Un canto alla vita, un grazie al dono reciproco, una danza stupenda, un sì al vento, dichiarato da tutte e da ciascuna. Ma un pomeriggio, la violenza di un vento troppo forte troncò la betulla alle radici, forse un po’ deboli. Essa cadde violentemente sul prato. Alcuni uccelli, presenti all’avvenimento, fuggirono spaventati. Il mio interesse per lei venne improvvisamente distrutto.
Ma sapevo, che più lontano, in un prato di Stroppo, situato in Val Maira, una piccola betulla stava crescendo, e questo risvegliò la mia speranza. In questa Valle, alcune di noi, suore di san Giuseppe di Cuneo, ormai da molti anni, si recano alla domenica in luoghi diversi. Animano la liturgia della Parola, incaricate dal Vescovo e in collaborazione con i sacerdoti del luogo. L'albero venne piantato nell’autunno del 2019 da alcuni Laici nel Piccolo Disegno residenti a ricordo del 350esimo del dies natalis di padre Médaille. Segno del carisma incarnato in questa terra. Ravvivato ogni volta dall’incontro con la Parola e dalle relazioni fraterne con la gente.
Il mese scorso ci recammo a vedere “la betulla che cresce”. Ancora minuscola, ma ben piantata nel terreno, armonica, allegra, promettente, dalle foglioline fresche di un verde tenero, ondeggianti al vento e rivolte al sole. Possa essere, questa “betulla che cresce”, un richiamo alla vita di comunione per gli abitanti del luogo, per i villeggianti estivi e per noi suore. Siamo consapevoli di essere chiamate a rendere presenti, in quella terra, i valori del Piccolo Disegno che il Fondatore ci ha consegnato. Incarnare l’umiltà, la semplicità e la cordiale carità.
Sappiamo che questo può avvenire grazie a delle “radici” profonde e sane, nutrite dalla Parola vivente, che ci rende capaci di resistere alle bufere e alle tempeste. A tutto ciò che ci può allontanare dai sentieri di comunione.