Quello che ti chiedo, Signore, non è di amare come fai tu. Sarebbe, forse, pretenzioso e umanamente impossibile. Ti chiedo, piuttosto, come Bartimeo “Rabbunì che io veda di nuovo”.
E affinché io veda, Signore… Cambia il mio sguardo da compiaciuto a ravveduto, da giudicante a benevolente. Fa’ che il mio sguardo accarezzi, piuttosto che colpire.
Permetti che i miei occhi siano capaci di scoprire zone di luce e non vicoli ciechi.
Che io abbia sguardi di stima e non di invidia.
Rendi i miei occhi capaci di glorificare e non di maledire.
Fa’ che sappiano ringraziare e che non gettino sguardi ingrati.
Fa’ che la mia vista sia capace di vedere oltre, di allargare i confini e che non si fossilizzi sui limiti.
Che sappia cogliere ciò che c’è e non che veda solo ciò che manca.
Concedi che non siano occhi avvilenti, ma che sappiano magnificare.
Sì, fa’ “che io veda di nuovo”: con occhi nuovi e rinnovati ogni giorno.