Una sera di fine estate, passeggiando all’imbrunire per il viale alberato vicino a casa, rimasi colpita da un concerto meraviglioso, che proveniva dalle folte fronde degli alberi. Un concerto di uccelli vari.
L'ultimo, prima che il sonno ceda il passo al silenzio. Un concerto che nulla aveva da invidiare a quello di Vienna, che siamo soliti ascoltare il primo giorno dell’anno. Poche sere dopo, un forte temporale con una violenta grandinata si abbatté su quegli alberi e molti uccelli caddero a terra, senza vita. Per diversi giorni, nel parco regnava un triste silenzio. L’area verde davanti alla nostra casa, prima abitata da volatili di diversi tipi, diventò deserta.
Ma un mattino, timidamente, comparve una gazza, smarrita, con passo lento e stanco. La si vedeva vagare senza meta, fermarsi con il becco rivolto verso l’alto, come se aspettasse qualcosa o qualcuno.
Finalmente, qualcuno arrivò! Un’altra gazza venne a condividere il suo vissuto. Saltellava fianco a fianco della prima, come due sorelle che si danno la mano, per farsi coraggio a vicenda. Il prato, a poco a poco, tornò a rianimarsi, a prendere vita.
Scorgo, in questa storia, un’immagine significativa delle guerre in atto, che oggi colpiscono i popoli. C’è distruzione, morte e spargimento di sangue innocente. Ma c’è tanta speranza che abita il cuore degli uomini. La persona umana ha aneliti unici, profondi, divini che non sono in comune con quelli degli animali.
Perché allora si lascia trascinare e cade così in basso?
Di fronte a questo interrogativo inquietante, non può che sgorgare l’accorata invocazione: “Padre nostro … liberaci dal male”.