È scientificamente accertato che per l’essere umano comunicare è vitale. Il bambino appena nato spesso è deposto sul ventre della mamma, riceve carezze e ha un bisogno vitale del contatto corporeo.
È la prima, naturale forma di comunicazione. Solo più tardi verrà quella verbale, mai però la gestualità e la mimica facciale sarà abbandonata. L’essere umano è l’unico vivente dotato di muscoli facciali con cui esprimere sentimenti ed emozioni. Oggi sembrerebbe che un’oscura minaccia si profili all’orizzonte. Tutti, chi più chi meno, abbiamo sentito parlare di intelligenza artificiale. Papa Francesco ne ha fatto oggetto di riflessione nel suo messaggio per la 58° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. In esso Francesco non s’è nascosto i timori per i pericoli generati dalle nuove scoperte. Ancora una volta Adamo si trova a scegliere. È un'altra volta tentato di sentirsi giudice e padrone là dove invece dovrebbe nutrire gratitudine per i meravigliosi doni di Dio dei quali servirsi, questo sì gli spetta, per migliorare le relazioni.
Come i media sono stati estensione della parola, l’intelligenza artificiale deve essere un ausilio del pensiero e non fonte di tentazione per autorizzare l’uomo a sostituirsi a Dio.
Perché l’uomo non si perda in questa insidia papa Francesco afferma con forza che l’antidoto risiede nella sapienza del cuore. Il cuore nella Bibbia è la sede delle libere decisioni, luogo di affetti e sogni, casa nella cui intimità intessere il dialogo con Dio. La sapienza dal canto suo dà il giusto sapore alla vita, perciò l’homo sapiens non può perderla senza perdere se stesso.
Il teologo Romano Guardini profeticamente invitava a “non irrigidirsi contro il nuovo” perché “il nostro posto è nel divenire”.
Come seguaci di Cristo ci è chiesto di vivere pienamente il nuovo senza nostalgia per il passato. Ognuno con i propri talenti assumendosene la responsabilità completa senza cadere nel peccato di ignavia.
La luce che guida in questo non facile guado, dice papa Francesco, è contenuta nel continuare a nutrire il nostro cuore con la libera sapienza, nel crescere in umanità promuovendo relazioni costruttive e coesive. La comunicazione è per qualcuno professione e a questi è chiesto maggior impegno. Ma poiché nessuno può vivere isolato, ognuno è chiamato a tessere relazioni di gratitudine e rispetto non rifiutando i nuovi media ma servendosene con cuore e mente aperta al dialogo costruttivo con tutti.