Entro in cappella del Soggiorno Cuore Immacolato di Maria e rimango stupita! Una cara donna di 98 anni, in carrozzina, è in prima fila, sola. Ha le mani protese verso l’alto, prega con intenso fervore.
«Vieni, Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri…». Le sue braccia oscillano leggermente, come in una danza. Contemplo il suo atteggiamento e lascio scendere nel mio intimo quella preghiera, che si fa invocazione, supplica ed esprime il desiderio intenso di un cuore assetato. Chiudo gli occhi per assaporare pienamente questo momento che sa di Paradiso.
Percepisco una preghiera che va oltre. Diventa voce della natura che “geme e soffre fino ad oggi le doglie del parto” (cfr. Rm 8,22). È voce di ogni uomo e donna, di ogni età, razza e lingua, assetati di verità e di infinito. È voce dei piccoli e dei poveri che cercano sicurezza e conforto. È voce di chi lotta per l’unità e la pace del mondo. È voce di chi soffre e piange a causa della guerra. È voce di chi paga di persona, perché la speranza possa trovare ancora uno spiraglio ed esprimersi in un sorriso. È voce di chi crede nell’Amore operante dello Spirito Santo, qui e ora, e sa gioirne con gli altri.
E diventa anche la mia voce: «Vieni, padre dei poveri, voce di chi non ha voce! Lava ciò che è macchiato, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Rinnova la faccia della terra! Rinnova la faccia di noi credenti, rendici testimoni di fede, e di amore, di gratuità e di bellezza, come questa simpatica donna che ha ravvivato la mia preghiera. Esaudiscila, Spirito Santo, perché so che dimori in lei tutti i giorni».