Ho letto, con interesse e piacere, l’enciclica di papa Francesco sul tema dell’amore umano e divino di Gesù Cristo: Dilexit nos. Ritrovo, nelle sue espressioni, trasparenza e una profondità di pensiero.
Sono parole che penetrano a fondo. Ti mettono a nudo facendo crollare maschere e pregiudizi, ti disarmano. Ti conducono con libertà e rispetto a quella verità, capace di sostenere la fede e la speranza: il Signore Gesù ti ama. Ti ama così come sei, non come tu vorresti o ti vorrebbero gli altri. Ti ama di un amore gratuito e fedele anche e, soprattutto, quando sai di non meritarlo. Ti ama anche quando senti crollare quella “fortezza” che avevi cercato di costruire con i tuoi sacrifici e buoni propositi. Ti ama nel tentativo, inquieto e faticoso, di apparire giusto davanti a lui e agli altri.
Questo suo amore lo esprime con il linguaggio del cuore, di un cuore che ama fino in fondo e fino alla fine. Un cuore che desidera penetrare nelle fibre più intime del tuo essere, perché anelante attende di entrare nel tuo cuore e colmarlo del suo amore.
Dice papa Francesco: «Se nel cuore regna l’amore, la persona raggiunge la propria identità in modo pieno e luminoso, perché ogni essere umano è stato creato anzitutto per l’amore, è fatto nelle sue fibre più profonde per amare ed essere amato» (n 21). Il Signore desidera ed attende che il nostro cuore possa battere all’unisono con il suo, sempre. Allora il nostro esistere parlerà di lui al mondo, ad ogni sorella e fratello. Parlerà soprattutto ai più piccoli: coloro che veramente sanno comprendere e comunicare con il linguaggio del cuore.
Facciamo nostra la sua preghiera: «Gesù che ha voluto abitare questa terra ferita come uno di noi, riversi i tesori della sua luce e del suo amore, affinché il nostro mondo, che sopravvive tra le guerre, gli squilibri socioeconomici, il consumismo e l’uso anti-umano della tecnologia, possa recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore» (n. 31).
Non succeda che il bambino contemplato a Natale, rischi di avere poco o nulla da dire a chi non sa ascoltare e comprendere il linguaggio dei cuori.