Nello Scavo è un giornalista di frontiera. Scrive su Avvenire e racconta il mondo, il mondo degli ultimi, in qualunque zona del pianeta siano. Non ha mezzi termini quando parla di ingiustizie.
Qundo si pone a favore dell'uomo e dei diritti umani fondamentali. Per questo ha anche subito minacce. Ha commentato l’intervista che papa Bergoglio ha rilasciato alla televisione italiana, a Fabio Fazio, la sera di domenica 6 febbraio. Svariati i pareri sulla modalità, le domande, il detto e il non detto, lo scoop…
Nello Scavo ha posto l’attenzione su un aspetto fondamentale per essere credibili. Papa Francesco ha toccato temi importanti ed attualissimi, con commenti inequivocabili e di parte. Dalla parte di chi soffre, dei poveri, degli sfruttati dal nostro sistema, della gente comune vittima dell’economia. Ad applaudirlo anche i politici, i responsabili delle nostre economie, i nostri governanti che promulgano leggi disumane. Il Papa ha parlato dei lager libici dove sono trattenuti i migranti che poi, se va loro bene, arrivano sulle nostre coste.
Non è sufficiente applaudire al Papa, perché è il Papa, commenta Scavo. Perché chi ha votato gli accordi e i finanziamenti alla Libia, chi parla ogni giorno di respingimenti ha precise responsabilità personali e politiche. Bisogna essere coerenti: se sei d’accordo con il Papa, attivati per la realizzazione di quelle idee.
E allora se si è contro la guerra, chi ha il potere di decidere deve farlo: ripensare alla difesa, contrastare il commercio di armi, riconvertire le fabbriche di produzione di ordigni, rendere reali gli applausi di quella sera.