La guerra, le guerre. Siamo impotenti, costernati ed avviliti. Si perde il coraggio di fronte alla reale possibilità di distruzione del mondo. Si combatte relativamente vicino a noi.
Ma contemporaneamente altri conflitti ci rimangono sconosciuti, dimenticati, lontani… La redazione dell’Ansa riporta una notizia che lascia qualche speranza all’impegno di chi, contrario alla guerra, suggerisce la pratica di azioni di protesta per scongiurare la prosecuzione del conflitto. Possono piccoli gesti, all’apparenza insignificanti, scuotere le azioni dei potenti? La pensano così le donne russe, mogli dei soldati al fronte in Ucraina, che hanno pensato ed avviato un’azione simbolica.
I loro uomini sono stati richiamati in guerra, non sanno fino a quando. Le donne hanno allora deciso di deporre fiori rossi alla fiamma del milite ignoto sotto le mura del Cremlino, luogo simbolo nel cuore di Mosca, per chiedere il ritorno dei loro mariti.
Un'iniziativa che, annunciano, sarà ripetuta tutti i sabati.
Tra loro cresce la rabbia per i riservisti, inviati a combattere nel settembre 2022. Si tratta di un argomento delicato: finora le autorità, contrariamente a quanto accaduto in precedenza per chi osava dissentire dalla politica statale, non hanno messo in atto azioni repressive. Speriamo che continui così. Impegniamoci, anzi, a non dimenticare le azioni nonviolente avviate in ogni conflitto, spesso taciute o non considerate.
Si potrebbe proprio partire da questa iniziativa moscovita, con qualcosa di piccolo, all’apparenza insignificante, ma che si allarga, si allarga… ne saremo capaci? Almeno proviamoci.