«Saluto … il gruppo di Emergency Roma Sud, impegnato a ricordare l’Articolo 11 della Costituzione Italiana, che dice: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli.
Ma anche come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ricordare questo articolo! Avanti! E possa questo principio attuarsi in tutto il mondo: la guerra sia bandita e si affrontino le questioni con il diritto e i negoziati. Tacciano le armi e si dia spazio al dialogo». Così Papa Francesco, domenica 3 novembre 2024, dalla sua finestra ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro. Significative parole nei giorni in cui noi italiani eravamo invitati a festeggiare le forze armate. Non nutro sentimenti negativi per i singoli lavoratori dell’esercito, professionisti che hanno scelto quel mestiere. È l’esaltazione dell’organizzazione, la festa, che mi disturbano in questo momento triste e grave per il mondo intero.
Qualcuno, ogni tanto, sostiene che il Papa non dovrebbe immischiarsi nelle vicende politiche degli stati. Io sono ben contenta che parli così ai fedeli, alla sua Chiesa con riflessioni che ci interrogano come credenti e cittadini al tempo stesso. Non è la prima volta che esprime pubblicamente pensieri, oserei dire accorati appelli, alla riflessione. Si tratta di inviti universali, validi e significativi per tutti.
Ben venga allora l’esortazione laica, da parte di una autorità religiosa riconosciuta.
Grazie, papa Francesco, che ricordi ai cittadini italiani quello che noi da soli non riusciamo a mettere in pratica ed a pretendere dai nostri governanti!