Ho conosciuto Eugenio Borgna, il medico psichiatra e saggista, cioè l’ho sentito per la prima volta, tanti anni fa. Mi ero iscritta ad un corso organizzato dalla Pro Civitate Christiana di Assisi.
Non avevo compreso quasi nulla del suo intervento. Non ero riuscita a “intercettarlo”. Questo uomo alto, magro, che leggeva citazioni su piccoli biglietti. Anche alla mia amica era risultato difficile comprenderlo, capire il suo ragionamento, il suo discorso. Addirittura perché era lì? Gli altri relatori ci parevano alla nostra portata, almeno comprendevamo quello che dicevano. I partecipanti all’incontro invece, che probabilmente già lo conoscevano, parevano ben impressionati, soddisfatti!
In seguito ho letto recensioni di suoi libri, ho scoperto dei suoi scritti, che mi sono parsi molto più affrontabili e per me comprensibili.
Ora che è mancato, all’inizio di questo dicembre 2024, mi sembra sia scomparso uno che conoscevo, che negli anni ero riuscita a “incontrare”. Addirittura a trovarne giovamento per il mio spirito, per la mia anima. «Studiare la mente è stata la missione della mia vita» diceva.
Con il tempo ho capito che è stato un “grande” nell’approccio alla malattia mentale e a tutto quanto ruota attorno alle patologie non propriamente fisiche. Umanamente un appassionato della vita, prima di essere medico. Uno studioso che voleva essere vicino ai pazienti, alle pazienti per comprendere e curare. Penso che le sue riflessioni possano ancora aiutare chi sta bene e chi si sente fragile. Le sue riflessioni, pur inserite nel tempo, rimangono attuali e creano speranza.