Niente più progetti e collaborazioni legati allo sviluppo degli armamenti. È la decisione dell’Università di Pisa, primo ateneo in Italia a compiere questo importante e fondamentale passo.
I principi di pace e sostenibilità vengono introdotti come valori fondanti dell’Ateneo, eliminando qualsiasi tipo di ricerca o progetto legato allo sviluppo di armamenti. Importante, in un tempo in cui da più parti si sostiene invece che dovremmo aumentare la spesa militare. Da dove verrebbero eventualmente sottratti questi fondi? Già un po’ lo sappiamo: sanità, scuola, servizi in genere… Qualcuno dice no. L’università di Pisa con il suo Senato accademico e il consiglio di amministrazione si è espressa in modo chiaro, pochi giorni fa.
“È indispensabile che l’università dia un segnale esplicito della sua scelta di campo a favore della pace e si dissoci da ogni attività volta allo sviluppo di armamenti”, così il rettore Riccardo Zucchi. La modifica dei primi quattro articoli dello statuto di ateneo porta a un’università che: “Non sostiene e non partecipa ad alcuna attività finalizzata alla produzione, allo sviluppo e al perfezionamento di armi e sistemi d’arma da guerra”. Si sa che l’innovazione può nascere anche in ricerche legate al militare e che ci possano essere “ricadute positive per tutta la società e per l’università stessa”. A Pisa hanno discusso e scelto.
Sarà impegnativo controllare. Porranno maggiore attenzione ai vari passaggi per non venir meno a quanto deciso. È importante per quella università. Ma è fondamentale per una riflessione che si allarghi anche ad altri atenei.