Stamane ho sentito dire da una persona: tutto finisce. Nei giorni scorsi dalla stessa persona avevo udito un bel commento al Cantico dei cantici: “L’amore vince anche la morte”.
Preferisco quest’ultima affermazione, confortato dall’inno alla carità di san Paolo. Mi sostiene il pensiero che l’Amore divino avvolge ogni cosa e, affinando un po’ la sensibilità, tutti possiamo gustarne la presenza nel vivere quotidiano. Certo ha bisogno di trovare ospitalità nei nostri cuori, ma è esperienza concreta provare un po’ di Paradiso già su questa terra (la Parola aggiunge, realisticamente, insieme a tribolazioni).
La guida per superare la finitudine sta in una sola, chiara regola: amare in modo costante, attivo, coinvolgente, semplice.
In questo senso mi piace leggere le parole di padre Médaille: «Fate in modo che il vostro amore sia disinteressato, comunicativo, attivo; esso è rivolto al Creatore, ma la strada per arrivarvi passa pur sempre per chi egli mette sul nostro cammino» (cfr. Massime Primitive IX,4-6).