«Per diventare umili considerate con lealtà che siete nulla». Così inizia la seconda Massima sull’umiltà di padre Médaille (MP 3,2). È quel “nulla” che ci colpisce subito ed appare davvero pesante.
Eppure quel “nulla” attraversa i secoli; da un punto di vista puramente materiale basta considerare quanta fragilità a partire dal nostro meraviglioso corpo fino alla vita del pianeta.
Il centro del pensiero invece è l’aggettivo “umili” perché nasconde un’incredibile potenza di vita. Nell’umiltà e nel silenzio si genera la vita.
È il seme portato dal vento che, nascosto in qualche angolo, diventerà fiore e frutto.
È la vita nascosta nel grembo materno che venuta alla luce continua ad aver bisogno e chiede anche al padre di accompagnarla per mano con sicurezza mista a rispetto perché possa percorrere in autonomia la sua strada nel mondo.
Così Giuseppe di Nazaret ha generato il Figlio Gesù. Mano forte, sicura nel suo lavoro, ma anche rispettosa e carezzevole nel creare forme. Non uomo di ripensamenti, certamente uomo delle situazioni difficili, da affrontare con coraggio. Uomo nascosto, laborioso, umile; modello per il mondo di oggi proprio come il messaggio celato nella Massima.