«Io scomparirò, ma la terra sulla quale oggi cammino rimarrà intatta». L’ha scritto un Sioux Omaha, indiano d’America. Non termina con un punto interrogativo. Dovrebbe essere così (da sempre).
Per la saggezza dei nativi americani è un’affermazione che sa di eterno, evoca una sicurezza anche per chi verrà dopo. Infatti il titolo è “Certezza”. Dovremmo comportarci di conseguenza. Preoccupa invece il nostro peso che insiste sulla terra, l’assenza di rispetto per gli equilibri che la regolano, lo sfruttamento sconsiderato di ogni risorsa.
È da poco iniziato il tempo per riflettere, a sette anni dalla pubblicazione, sull’enciclica Laudato si' di papa Francesco.
Prendersi cura della terra implica un impegno, non solo per l’ambiente, ma anche per noi che ci viviamo. Richiede un’attenzione alla suddivisione delle risorse in modo equo fra tutti. Vieta che siano sempre i ricchi a sfruttare i beni ambientali a scapito di chi, per puro caso, è nato in un’altra parte del mondo. Significa rispettare noi stessi, come abitanti di questa terra, gli altri con cui condividere risorse ed opportunità e l’ambiente che ci fornisce il sostentamento. Ci richiede di essere attenti, osservatori senza fretta, desiderosi di imparare, misurati nel consumo.