Ogni tanto capita che le certezze traballino, incontrino un ostacolo. Svariati i motivi. Quando stiamo bene, pochi i dubbi. Tutto fila liscio. Eventuali difficoltà o contrattempi paiono di poca importanza.
O almeno non ci creano squilibrio. Potrei raccontare tutto ciò al singolare: è quanto ogni tanto provo. Per continuare, per ottemperare ai nostri impegni, per vivere devo trovare qualcosa a cui aggrapparmi. Sovente pare che l’uso dei social, la vicinanza garantita da questi strumenti, l’immediatezza di parlare, collegarsi, conoscere, informarsi rappresentino un aiuto potente.
Ho sperimentato e riscoperto che qualcosa d’altro mi conquista.
E sono le relazioni, sì potrebbe sembrare banale e scontato. Ma come, ti tiri su perché parli con qualcuno? Perché prendi un caffè al bar tra una chiacchiera e l’altra? Perché incontri persone e ti viene di rivolgere loro la parola? Bene sì, proprio questo. La vicinanza fisica, il “perdere tempo” ad attendere un amico, lo scambiarsi pensieri senza pigiare su una tastiera, mi fa sentire viva e partecipe. Mi trasmette un interesse dell’altro nei miei confronti, forte. Un fluido che mi dà vita, che mi sostiene e mi fa esclamare: “vale la pena aver comunicato un pensiero, aver condiviso un momento”.
È quella mano sulla spalla, vera e viva, che trasmette energia e voglia di rimanere al mondo. Lascia una scia che permane, che non scompare come un sms. Ebbene sì, mi fa andare oltre, mi fa venir voglia di momenti miei, di riflessione personale, di silenzio…. A volte, nel ripensarci, anche di raccoglimento, quasi una preghiera?