Mi ha sollecitata questa fotografia sul calendario delle missionarie della Consolata, di ottobre. Sono bambine, orientali, mi trasmette una tenerezza infinita. È accompagnata da una frase sulla gentilezza.
La più grande guarda negli occhi la piccola e la accarezza, chinandosi verso di lei e le sorride. L’altra le sistema i capelli. E l’accostamento, non convenzionale, delle fantasie di tessuti e colori? Non disturba. Paiono felici, anche senza le scarpe! Forse che la gentilezza è in questi sguardi? Sereni, distesi, tranquilli, allo stesso tempo vivi.
«Teniamo quello che vale la pena di tenere e poi, con il fiato della gentilezza soffiamo via il resto», dice la scrittrice britannica George Eliot. È anche leggera la gentilezza, non mortifica chi la pratica e chi la riceve, scorre.
E Totò: «Essere gentili non vuol dire essere scemi. Essere allegri non vuol dire essere senza problemi. Essere educati non vuol dire essere fessi». Sempre arguto il grande attore napoletano.
E concludo con Alda Merini: «E poi la vita ci insegna che bisogna sempre volare in alto… Più in alto dell’invidia, del dolore, della cattiveria … Più in alto delle lacrime, dei giudizi. Bisogna sempre volare in alto, dove certe parole non possono offenderci, dove certi gesti non possono ferirci. Dove certe persone non potranno arrivare mai».
Forse sono lì le caratteristiche della gentilezza? Interessati al comportamento degli altri, coinvolti ed allo stesso tempo liberi, sicuri. Riusciamo ad essere all’altezza delle bambine della foto!