«Nessuno può salvarsi da solo», titolo del suo messaggio per il 1° gennaio 2023. Papa Francesco ha fatto un richiamo alla necessità di collegarsi, confrontarsi e unirsi nella comune ricerca del bene.
Il suo ragionamento è partito da lontano, dalla pandemia che ha invaso tutto il pianeta e a cui si è fatto fronte con interventi non sempre sincronizzati. Il pensiero corre alle risposte nel mondo ricco le cui risorse, anche in campo medico, sono risultate ben maggiori se paragonate a quelle disponibili nei paesi più poveri e sfruttati. Anche, e soprattutto in questo frangente, si è compreso chi detiene il potere mondiale, ne amministra le risorse e decide.
Francesco invita a rimanere vigili e attenti, senza lasciarci attanagliare dalla paura o dalla rassegnazione. A non scoraggiarci, mai.
E poi è scoppiata la guerra in Ucraina, flagello guidato “da scelte umane colpevoli”. Ha detto proprio così, perché sono gli uomini a determinarla, senza valutarne le conseguenze. Ci sono le ingenti perdite umane, ma anche le ricadute nei vari ambiti tra loro interconnessi dell’economia e delle risorse.
Ecco il suo invito accorato «di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune».
Le voci contrarie al conflitto sono poche. Ricerchiamole negli interventi, isolati, dell’informazione, nel papa stesso, in organizzazioni come Pax Christi, nella voce degli obiettori di coscienza russi e ucraini. E diffondiamole…