Nella fede non possiamo trovare tutte le risposte al nostro vivere. La storia della Terra, la comprensione dei fenomeni non è una rivelazione divina. Dobbiamo cercare altrove.
C’è anche qualcuno che scambia le notizie sui cambiamenti climatici come messaggi atti più a spaventare che a far riflettere, non veri. Da sempre si susseguono periodi di siccità a pioggia incessante, aumento e diminuzione di temperatura, dicono. Ma ora la maggioranza degli scienziati sostiene che i cambiamenti sono più repentini. Non siamo preparati.
Prepararsi si può? Si può per capire e poi agire. Il mondo ricco sovente sa, ma non sempre agisce. I poveri no, già depredati delle loro risorse, che già vivono in luoghi più devastati dal clima o sfruttati dall’uomo. Come prima soluzione si spostano, o cercano di farlo. Si arriva addirittura a sostenere che, se l’ambiente è in difficoltà, la colpa è loro. Hanno troppi figli e consumano risorse, tralasciando che in percentuale il mondo ricco, con la presenza di meno persone, consuma più risorse di tutto il mondo più povero. I negazionisti sono ovunque.
La Chiesa non possiede la verità su questioni di analisi scientifica, ma riflette sul pensiero degli studiosi. “Per questo non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato” leggiamo nell’Esortazione Laudate Deum (n. 16).
Paura? Non dobbiamo disprezzare il progresso, ma prestare attenzione alle conseguenze che all’avvio delle ricerche non erano immaginabili. Ed è significativo che l’analisi arrivi anche da chi si occupa di fede, perché la fede non è slegata dalla vita reale e quotidiana.