«Non vi chiamo più servi, … ma … amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Gv 15, 15). È la riflessione con cui don Carlo Vallati ci ha accompagnati, sabato 2 dicembre.
L’amicizia di Gesù con i suoi, appunto. Amicizia che implica rivelazione e confidenza, intimità che dura nel tempo. Per Carlo, è il rapporto di eccellenza, perché è un’esperienza che possono vivere tutti. Mentre il matrimonio, la paternità e la maternità, sono solo per qualcuno. Prendere sul serio le sue parole, significa aprirsi alla possibilità che Gesù dona a ogni uomo e donna: accedere alla sua intimità e all’intimità della sua relazione con il Padre. E, da qui, assumere nella nostra vita la sua medesima intenzionalità: l’essere vissuto per amare e servire. Il Vangelo ci dona questa possibilità: rimanere sempre lanciati oltre, verso un obiettivo migliore. Questo perché se fosse facile o scontato il suo messaggio non sarebbe una Buona Notizia.
Insieme, noi “Famiglie chiamate alla comunione”, abbiamo portato in preghiera quanto ascoltato. E, davanti all’icona dell’ultima Cena, i suggerimenti carismatici di padre Médaille ci hanno indicato concretamente quale strada percorrere.
La cioccolata calda rappresenta per i nostri figli l’amicizia con Gesù: lui ce la dona come il cacao e lo zucchero, a noi resta da aggiungere il latte, che è la nostra parte attiva per essergli amici. Il dono di "un preparato" per la cioccolata alle care nonne, che ci hanno aiutato in questi anni, esprime il grazie di tutto il gruppo per la loro affettuosa e dolce amicizia!