Nell’ultimo incontro del cammino “Dialogo e amicizia sociale”, siamo stati accompagnati a meditare e a condividere alcuni spunti del capitolo VIII della Massime di perfezione di padre Médaille.
Qui vengono tracciate alcune strade per farsi prossimo, anzi, il "caro prossimo" e che ha come sfondo l’inno alla carità di san Paolo. Spesso nella vita di tutti i giorni il caro prossimo non è poi così “caro”, ha poco di amabile, anzi, molte volte è provocatore, approfittatore, disonesto. Come fare? Occorre, per prima cosa, farci noi stessi prossimo per gli altri. Questo comporta di smussare gli spigoli del nostro carattere. Lo dice bene una battuta: “Se vuoi la pace cerca di cambiare te stesso anziché gli altri, perché è più facile proteggersi i piedi con delle pantofole, che ricoprire di tappeti la terra”.
Nella parabola del buon Samaritano, Gesù ci chiede di diventare noi stessi il prossimo. Quando riflettiamo sulla carità, le domande allora possono essere: A chi possiamo essere prossimo? Qual è la cosa più importante che possiamo fare per lui? La risposta è solo una: amarlo. Quando saremo davanti a Dio, non verrà tenuto conto di ciò che avremo fatto, ma di come avremo amato.
Quando si agisce per gli altri si mettono in campo talenti e doni. I primi sono i più in vista. Spesso infatti valutiamo gli altri per le loro capacità o ci lamentiamo a motivo del nostro scarso talento e trascuriamo l’aspetto più importante. È l’atteggiamento con cui esprimiamo noi stessi che conta. È l’amicizia, la bontà, la pazienza, la pace, il perdono, l’amore, la speranza, la fiducia ecc. Questi sono alcuni dei doni che ci fa lo Spirito Santo.
Come sempre succede negli incontri del gruppo Famiglie chiamate alla comunione, anche i nostri bambini e ragazzi, aiutati dagli animatori, hanno lavorato su come si può essere prossimo. L’aspetto pratico è stato la realizzazione di bellissime farfalle e api che, spostandosi di fiore in fiore come loro prossimo, contribuiscono il propagarsi della fioritura e della vita (Visiona il mini-Video).