La verità è questione di dettagli. Come il titolo di un’enciclica, ad esempio. “Laudato si’”, e non “Laudato sì”. Con l’apostrofo, e non con l’accento. Perché l’apostrofo cancella la seconda “i”.
Quella della forma originaria “sii” - usata da San Francesco di Assisi per intenderci - rendendo l’esortazione ancora più imperativa. Ma allo stesso tempo rende questo titolo più positivo, sottolineando come sia giusto, sia “sì”, lodare il Signore. Scherzi da Papa, aiutano ad andare sempre oltre le prime letture.
L’ultimo incontro alla Sorgente aveva un titolo che apriva a riflessioni rumorose: “Vivere in comunione con il Creato”. Quante discussioni potrebbero nascere, da uno spunto così? Ma grazie a don Flavio Luciano si è partiti subito capovolgendo la prospettiva, leggendo il Creato nella sua lingua: il silenzio. «I boschi erano la mia seconda scuola, quella che invece di insegnarmi a parlare mi insegnava a tacere». Se rimanessimo di più in silenzio, sentiremmo potente il grido di sofferenza della Terra. Grazie don Flavio per averci fatto fare esperienza di questo silenzio, che parla e apre.
Laudato Si’.
Le pagine della Laudato Si’ di papa Francesco presentano il nostro pianeta come un povero in difficoltà, oppresso dal nostro istinto dominatore, da un’umanità che ha smarrito la consapevolezza di essere costituita dai suoi stessi elementi. Come agire, per risvegliare nell’uomo il senso di appartenenza al pianeta che abita?
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