Ho partecipato al Convegno sulla vita consacrata dal tema: “Pellegrini di speranza”. Del molto che mi è rimasto nel cuore, condivido due aspetti della relatrice, suor Katia Roncalli.
Verso dove sono rivolti i nostri occhi? È la domanda fondamentale la cui risposta è alla luce del capitolo 3 degli Atti degli Apostoli. Mentre Pietro e Giovanni salgono a Gerusalemme incrociano uno storpio, che vive ai bordi della storia, è un’umanità ferita. I due gli dicono: «Guarda verso di noi». Un’espressione bellissima che assumiamo anche per noi. Quante comunità religiose, quante famiglie, quante persone hanno detto finora “Guarda verso di noi”. Verso quello che possiamo dare all’umanità ferita, che è Gesù.
Oggi, però, ci troviamo in un tempo storico in cui lo storpio siamo noi. Siamo noi congregazioni quell’umanità ferita, impoverita, diminuita, spesso messa ai margini della storia. Ma la vita consacrata pellegrina di speranza verso dove sta guardando? Nel futuro vediamo il sepolcro o il giardino? Per le persone consacrate è fondamentale la fede. Non diamo per scontato che con il pacchetto dei voti evangelici ci sia il tesoro della fede. Ma è la fede che ci fa guardare le macerie e vedere in esse le pietre di una nuova costruzione. Qui sta il carisma profetico.
Abbiamo memoria della nostra essenza al di là delle varie storie e delle varie realtà? Il carisma profetico è di cercare e trovare insieme. Lo Spirito Santo, oggi, ama individuare vissuti di uomini e donne che vivono esperienze di comunità, di fraternità, di comunione. Rende profetiche le esperienze di comunione, anziché il singolo.
È stata importante un’altra sottolineatura che suor Katia ha fatto. Se ogni congregazione risale alle origini vede che è nata in periferia, ai bordi, nel deserto. Ma oggi quasi tutte sono al centro! In realtà siamo nati molto in basso e siamo poi saliti in alto.
Come possiamo costruire insieme un ponte tra il passato e un futuro che ancora non possiamo decifrare?
Noi, di questi tempi, siamo la generazione cerniera, sicuramente nascerà qualcosa di nuovo, la Chiesa continuerà il suo cammino. Le congregazioni si affannano per rendere immortale la parte umana della loro vita. Ma è questa vita, destinata a finire, che già prepara l’immortale, quella che è destinata a vivere sempre.