“Ancora un’alba sul mondo: / altra luce, un giorno / mai vissuto da nessuno, / ancora qualcuno è nato: / con occhi e mani, / e sorride”. Così scriveva padre David Maria Turoldo nella sua raccolta di poesie.
“O sensi miei ...”. Parla dell’unicità di ciascuno, della nascita - evento quotidiano e naturale - unico per chi ne è coinvolto; allo stesso tempo rappresenta un inno di speranza, in contrapposizione alla paura della nostra finitezza, ai timori che ci attanagliano ogni giorno. Mi capita, qualche volta, incontrando sconosciuti bambini sul passeggino, per mano alle loro mamme o nonne, di incrociarne gli sguardi, rivolgere loro un’occhiata a cui quasi sempre rispondono, nel senso che notano, seguono con gli occhi, magari sorridono... curiosi... quasi un’intesa positiva, una loro risposta a un’occhiata, di persona sconosciuta, una bella sensazione per me.
Nulla di eccezionale, evento usuale, direi quasi abituale, ma che può connotare una passeggiata, un momento, un richiamo a quanto di piccolo, da parere a volte insignificante, possa rallegrarci, distrarci da una preoccupazione o allontanarci da un ricordo triste.
Quanti incontri occasionali o abitudinari, da sembrare banali, quante opportunità di valorizzazione di piccoli gesti, aiuto per proseguire, per apprezzare il bello, il gratuito! Nella ricerca di notizie positive, non si tratta di trovare qualcosa di eccezionale, forse solo un po’ di attenzione maggiore a noi, alle nostre sensazioni, desideri e sentimenti, confrontandoci con gli altri, senza dover necessariamente parlare per intendersi.
Proviamoci!
Forse ci piacerà e chissà che non ci capiti anche con gli adulti?