La tecnologia e l'informatica hanno cambiato le nostre vite. L’uso dei social ha modificato la comunicazione e lo scrivere. La mail ha consentito un contatto in tempo reale, una facilità di dialogo con il mondo.
Il cellulare, da cui a volte ci pare di essere diventati dipendenti, condiziona i nostri spostamenti. Allo stesso tempo ci permette contatti altrimenti impossibili. Sono conquiste positive, ma come per qualsiasi altro strumento immesso sul mercato, possiamo farne usi diversi.
I ragazzi romani, ad esempio, su un’auto di grossa cilindrata, lanciata a folle velocità nel quartiere, vantandosi di guidare per 50 ore di fila e filmando l’impresa, hanno sbagliato le misure allo strumento. Non hanno valutato eventuali conseguenze. Per distrarci, per allontanarci dalla noiosa quotidianità, possiamo creare disastri. Tocca vigilare, vigilare anche su noi stessi. La scelta è prerogativa di noi umani, la valutazione delle conseguenze dei nostri atti per fortuna non ce lo dice un computer.
Mi ha fatto pensare la riflessione di chi ha contribuito allo studio sull’intelligenza artificiale e a conclusione del percorso si è detto spaventato, perplesso. Può sfuggire di mano.
Hinton Geoffrey, il ricercatore, dice di non avere una soluzione. L’ideale sarebbe fare in modo che queste entità intelligenti operassero solamente per il benessere dell’umanità. Ma ciò è reso più difficile dalla presenza di esseri umani che invece la vogliono usare per fini violenti, come la creazione di robot militari o “killer robot”.
Attenzione all’uso che facciamo delle conquiste, delle scoperte!