Chissà quando? Chissà se? Chissà come? Ecco alcune domande alla fine di questa estate. Riguardano il nostro mondo, le nazioni, i popoli... Riguardano il vivere, anzi il sopravvivere.
Le notizie dai vari fronti di guerra attivi non sono affatto rassicuranti. E poi nessuno di noi conosce con precisione tutti i conflitti esistenti. Migliaia di persone che soffrono, che vengono uccise, affamati e indigenti, perché le risorse vanno nella direzione sbagliata. Le voci che si levano a favore della pace sono facili slogan quando stiamo bene. La guerra tra Russia e Ucraina è in secondo piano se pensiamo a quanto accade in Israele, in Palestina.
Non possiamo lasciarci sopraffare, fermare, impaurire! Occorre continuare a sperare, ad ascoltare i profeti che ci invitano ad andare oltre, a essere convinti che la pace e il dialogo devono, possono farcela. Ci vengono richieste una ricerca e una tenacia oltremisura per affrontare tutto ciò. È difficile continuare a intravedere una luce, che non siano le fiamme dei razzi e delle bombe!
Dobbiamo essere forti. Dobbiamo ancora fare nostri gli sforzi dei tanti che negli anni ci hanno incitati a impegnarci per la pace. Lo dobbiamo alle generazioni future. Ci serve approfondire, capire e calarsi nella posizione dei più indifesi, della gente.
Un richiamo dalla Fondazione della marcia Perugia Assisi: «Non ci sarà mai pace senza giustizia» e «Non arrendiamoci all’escalation! Non lasciamoci trascinare nel baratro. Non assecondiamo la spirale della morte». Alleniamoci nella ricerca di una luce in questo buio disastroso!