Ci abbatte la realtà che ci circonda, oserei dire ci schiaccia. Impotenti di fronte al male! Vale per la guerra, per il commercio delle armi, per gli immigrati, per gli impoveriti del sud del mondo.
Vale per le ingiustizie che fanno morire i bambini di fame e per i femminicidi… È pur vero che movimenti, gruppi, associazioni, singoli cittadini si fanno sentire con pensieri diversi. A volte sono prese di posizione urlate, troppo gridate che ti tolgono la voglia del confronto. Non mi devo scoraggiare, mi dico, di fronte a quanto accade perché posso fare mio un percorso positivo. Posso informarmi, ascoltare qualche testimone o esperto. Quasi come: non ci riesco da sola, ma c’è qualcuno che lo fa anche per me, che lo ha fatto.
Mi è nuovamente accaduto mercoledì 6 dicembre ascoltando Francesco Vignarca sull’abolizione delle armi nucleari. Non si fa abbattere se il percorso è lungo, lo fa, continua e riesce a seminare speranza nel momento in cui incontra altri e racconta la sua esperienza. Non è la magra consolazione di stare tranquilla, perché qualcuno ci pensa. È la consapevolezza che ci sono persone che riescono a occuparsi di questioni difficili, perdenti. Questo mi dà coraggio e speranza per fare il mio piccolo passo e per credere che nel mondo qualcosa può cambiare.
Partendo da qualcosa vicino o lontano, ma che mi sta a cuore, sì che posso impegnarmi, cercare compagni di viaggio, sentirmi motivata. Perché qualcuno è arrivato a intravedere una via di uscita, una strada percorribile. Riesco, insomma, a fare una scelta personale consapevole, informata e positiva.