Sono in Turchia. Si può convivere, tra diversi per cultura, tradizioni, religioni e scelte politiche? La Turchia ha tanti giovani nelle città grandi. Ha università pubbliche e private, frequentate e di livello.
Gli studenti si laureano e poi fanno visita al mausoleo di Ataturk, grande padre della Turchia moderna. È lui ad aver dato un assetto diverso al suo Paese. È ancora ricordato e quasi venerato dai suoi concittadini anche se è deceduto nel 1938. Da sempre la Turchia è un incrocio di diversità, è un confine, continuamente attraversato. È un collegamento: innesti di abitudini, religioni, costumi consolidati nei secoli, storia tramandata. Giovani velate in modi diversi, con solo il viso accuratamente truccato, incrociano e frequentano coetanee più o meno vestite. Tutte a proprio agio.
Turchi e Greci hanno convissuto in paesi dell’Anatolia. Costretti nel tempo, da scelte governative ad abbandonare le loro case, dopo anni vi hanno fatto ritorno. La nostalgia aveva vinto! Dobbiamo trovare libertà di scegliere con chi stare al di là del pensiero di chi ci governa.
È a volte faticoso viaggiare, spostarsi, muoversi in contesti sconosciuti, magari non agevoli. Bisogna farlo per curiosità. Mi viene da dire per uscire a ricaricarsi. Il contatto con l’altro da noi, ci stimoli a cercare sempre, a voler ancora apprendere per stare meglio tutti. Anche se costa sforzi e fatica! Qualsiasi esperienza si può trasformare in una occasione per conoscere meglio noi stessi e chi ci sta attorno. Può aiutarci a stare meglio con noi e con gli altri.