Mi ha colpita che di gentilezza ne parlasse il papa…! Francesco mi sorprende sempre! So declinare seriamente la gentilezza e non confonderla con altri concetti? Non è banalità o lasciar correre.
Ma modalità di rapportarsi consapevolmente in un certo modo. Non è casuale, ma cercata e praticata. Per questo non del tutto naturale in questi tempi. «La gentilezza è una liberazione dalla crudeltà che a volte penetra le relazioni umane, dall’ansietà che non ci lascia pensare agli altri, dall’urgenza distratta che ignora che anche gli altri hanno diritto a essere felici… Eppure ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza. Questo sforzo, vissuto ogni giorno, è capace di creare quella convivenza sana che vince le incomprensioni e previene i conflitti. La pratica della gentilezza non è un particolare secondario né un atteggiamento superficiale o borghese […] Facilita la ricerca di consensi e apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti». Così papa Francesco in Fratelli tutti.
La gentilezza è la virtù dei forti, la qualità di chi possiede le redini della propria vita tra le mani, il segno che trasmette la capacità di volere il bene, così ne parla una suora di clausura.
È, deve essere sincera, non amore per il quieto vivere, ma per l’inquietudine dell’altro che ho di fronte. “Una forza che è anche resistenza” ho letto, oltre la buona educazione.