Che cosa rappresenta per una comunità parrocchiale e civile la beatificazione di due concittadini? Intanto l’impegno di chi ha voluto fare memoria di fatti passati, raccogliendo testimonianze.
E insieme tenendo vivo il ricordo degli avvenimenti, anche connotandoli di significati attuali. Il 16 ottobre scorso don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo, parroco e giovane curato di Boves, uccisi in due differenti momenti il 19 settembre 1943 a Boves, sono stati proclamati beati. Avevamo bisogno di questo, per non far spegnere il ricordo e la testimonianza? Tante e diverse possono essere le riflessioni a proposito, più o meno attinenti o profonde: tutte con dignità di presentazione, se oneste e in buona fede.
Che cosa ci può dire il martirio di queste due persone, preti, accomunati nel sacrificio e nella testimonianza di attaccamento alla propria comunità dalla contemporanea morte di Antonio Vassallo, industriale, laico, che ha condiviso con il parroco il suo ultimo giorno di vita?
Il governatore della provincia di Aceh in Indonesia, commemorando lo tsunami del 2004 ebbe a dire “Commemorare significa generare comportamenti positivi, cambiare noi stessi”.
Concordo: don Bernardi e don Ghibaudo, persone normali, di fronte a una richiesta impegnativa, di responsabilità, reagiscono offrendo la propria vita per il bene della comunità, senza fare altri calcoli, convinti che questo sia il loro compito.
Mi verrebbe da richiamare la semplicità della schiena dritta, senza vanto, ma consapevoli di che cosa si “deve” fare. Questo è attuale e dà forza!