A che cosa appellarsi per tentare il dialogo con chi è su posizioni diverse? Forse ricordarsi che siamo esseri mortali, fallibili, ciascuno con difficoltà da affrontare ogni giorno o almeno nella vita.
Ci può aiutare anche la consapevolezza che ci si rispetta pur nelle diversità. Non è facile quando siamo particolarmente coinvolti in un discorso, un’attività, un impegno sociale o politico. Dialogo vuol dire avere la voglia di parlare con tutti. Liberarsi da ogni desiderio di dominio sugli altri. È apertura. Qualsiasi comunità, per dirsi tale, deve essere dialogante. Da dove partire? Intanto dal rispetto e dalla sincerità verso sé stessi e dalla conoscenza di sé.
San Francesco parlava con tutti, superando le barriere della geografia e dello spazio. Era pacifico senza rinnegare le sue posizioni. Come comunicare l’amore di Dio, senza imporre dottrine? Anzi, ancora di più, rispettando profondamente le convinzioni degli altri.
Dal grande al piccolo mondo, ognuno di noi ha provato l’esperienza della difficoltà e della soddisfazione nel conversare con gli altri. Ne siamo usciti rinfrancati o delusi, ricaricati o arrabbiati, soddisfatti o più scontrosi.
È facile dialogare con quelli con cui siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Ognuno può agevolmente apportare le proprie osservazioni, sapendo che si muove in un terreno “amico”, conosciuto. In quel contesto, anche chi esprime una osservazione non concorde sa che il suo punto di vista sarà, se non accettato, almeno ascoltato con attenzione, senza astio.
Bisogna credere che si può tentare, sempre!