Sotto il sole cocente, stanchi e affaticati, distanti dalla meta, è l’ombra che ci dà ristoro. La cerchiamo nella convinzione che ci ridarà forza, anche se la sosta sarà breve. E se è tutto brullo o con bassi cespugli?
Allora ricorriamo almeno a un cappello che preservi il capo dalla cottura lenta! Ma c’è anche l’ombra di un paesaggio senza sole, di un posto piovoso e nuvoloso. Noi umani ci lamentiamo, soffriamo per queste condizioni atmosferiche, ma poi troviamo il modo di adattarci, come tanti hanno fatto. Ci può anche piacere il racconto ambientato in posti desolati, scuri… ha il suo fascino. Ognuno di noi conosce periodi non luminosi della sua esistenza, pur con un sole splendente all’esterno.
C’è però un’altra ombra, metaforica, collegata all’attualità. Sono le ombre dei nostri tempi, dense, scure, minacciose e persistenti. Sono la guerra, le guerre, le morti dei migranti sulle varie rotte, di terra e di mare, situazioni troppo ricorrenti.
È scuro questo cielo. Queste ombre vanno, vengono, si allargano, fanno rimanere al buio interi popoli. A volte pare si diradino un po’, ma non sempre annunciano la soluzione dei problemi. Ed allora coraggio ai popoli e a ciascuno!
Dobbiamo credere fortemente e fortemente operare perché le attuali ombre, particolarmente dense, non ci annientino, come persone e come comunità. Confrontarci, sostenerci, sforzarci ed impegnarci affinché, dopo una sosta di riflessione, possiamo riprendere il cammino più convinti e determinati, nonostante tutto.
Ma dobbiamo farlo insieme nella certezza che l’impegno porterà ad un risultato.