Un mio insegnante delle superiori esortava noi allievi a “divertirci” nel tempo libero. Analizzava la parola dal latino devertere ossia cambiare, volgere lo sguardo altrove. Regalarci una pausa intelligente.
È cercare allora di far qualcosa di diverso dal normale tran tran, a volte faticoso e noioso. Sempre uguale. C’è modo e modo. Ci sono forme che tonificano, che ci aiutano a proseguire, cammini che ci fa piacere percorrere. Perché non è un obbligo. È una scelta. Nel nostro mondo, a tratti effimero o chiassoso, abbiamo bisogno di silenzio, uno stacco breve, una pausa per ricaricarsi. Un po’ di calma. Recuperare tranquillità, ridare una diversa importanza a quanto accade, una giusta scala di valori.
Forse dopo, anche la ripresa del lavoro o delle normali attività potranno acquisire un colore e una percezione diversa. Meno pesante, più interessante, più coinvolgente. Capita che alcune cose accadano a caso, a volte è una situazione non programmata che ci fa esclamare “Ci voleva”, per proseguire. Ma bisogna essere attenti, preparati a saperne cogliere il momento, la leggerezza, l’opportunità.
Non per tutti vale la stessa modalità. Impariamo a conoscerci e a vedere che cosa ci serve in quel momento. È personale questo cammino, neanche tanto da programmare. Si tratta di sentire, di percepire di che cosa abbiamo bisogno e di scegliere. Da soli o con qualcuno. Non affidarci al caso. È importante il tempo che possiamo usare per ripartire, per darci una spinta. Ed è personalissimo: quanto va bene per me ora può essere pesante per te.
Fondamentale: non lasciare al caso o scegliere perché “tutti fanno così”!