Si perde tempo a liberare i pensieri? E chi ci dice che non possiamo cercare e trovare momenti in cui non fare nulla? Solo guardare e ammirare. Godere di vedere, apprezzare di spaziare con lo sguardo.
Vagare con il cuore, senza alcun assillo o preoccupazione di raggiungere un traguardo. «Contempla le stelle, Abramo. Non cercare di contarle». Ancora il vescovo brasiliano, Pedro Casaldaliga, in una delle sue poesie, sintetica ma assai significativa. La contemplazione, la meditazione predicata per i credenti, per ritrovarsi più vicini all’Assoluto, per pregare consapevolmente ed estraniarsi dal mondo è aiuto per ciascuno di noi. La riflessione di Casaldaliga non esclude nessun uomo o donna. Lascia un ampio spazio per vagare, per apprezzare la bellezza della volta celeste ed essere sazi della sola vista. Lo dice ad Abramo a cui Dio aveva chiesto un impegno, aveva proposto dell’attività. Ma anche in un contesto di risposta a Dio, in un impegnativo incarico è possibile ricaricarsi con la sola contemplazione.
E che cosa contemplo? Qualsiasi bellezza, un fiore, un viso, un sorriso, un paesaggio, un ricordo in cui mi immergo, un evento che mi sia di aiuto ad essere positivo, a non rammaricarmi, a gioire del presente.
Poi ci sarà da lavorare, ci sarà da impegnarsi, da faticare, da studiare, magari da arrabbiarsi o da scoraggiarsi per una non riuscita… ma intanto contemplo e sono tranquillo, appagato. Mi serve per ora e mi sarà utile anche per il futuro... ci credo. Contemplare è non possedere.