Sarà il momento adatto per parlarne? In effetti questo nostro tempo ha maggiori richiami per tristezza e malinconia, forse… Ben riflettendo sfumature grigie si intravvedono in tutti i tempi.
Oppure siamo noi umani a scovare, più facilmente, motivi di sconforto e mestizia. In effetti la felicità è termine impegnativo, è qualcosa di grandioso, ben oltre la serenità. Ma c’è, c’è… Ciascuno di noi può fare un po’ di ripasso nella sua vita e trovare delle perle di felicità. Perché sì, credo siano proprio perle, non uguali, non una collana, un po’ sparse qui e là, nella famiglia, nel lavoro, nelle amicizie, nell’ambiente, nel fare, nel non fare,… Mi sentirei di parlare di sprazzi, di passaggi lievi, di pensieri.
Anche in questo tempo: la frase di un amico (non è l’amico, ma quella specifica frase), l’apparire di un pensiero positivo mentre cammino (non tutto il cammino), la telefonata quando non ci si può incontrare, il sentirsi in sintonia con un’altra persona, senza dire tanto o dire tutto.
È fragile la felicità, è anche effimera, ma lascia una scia, una linea che rimane e che può essere richiamata. Questa traccia nella mente e nel cuore può essere sempre recuperata e rappresentare un momento di gioia vera. “Donami o Dio la sapienza del cuore”, dice il Salmo 89 al versetto 12. Oserei dire che il segno rimane oltre l’eventuale dolore comparso vicino. In fondo è anche trovare il positivo in ciò che facciamo, cercarlo con cura. E non estraniarci dalla realtà per essere felici.
Questa ricerca intima potrebbe aiutare noi e gli altri!