I sistemi di comunicazione riportano dati, relazioni di incontri e di prese di posizione di singoli stati o di loro organizzazioni sulla situazione della nostra Terra. I discorsi sembrano a volte accessibili.
A volte lontani, lontani, irraggiungibili. Sovente non sappiamo che cosa fare. Come comportarci? Proviamo a pensare che le conferenze dovrebbero farci sognare in grande, fornirci linee di comportamento, almeno segnalarci argomenti di riflessione. O anche allertarci rispetto ai pericoli. Fa parte di questa riflessione anche l’essere e l’apparire: chi parla non sempre è credibile. Sovente assume posizioni che sono in contrasto con il meglio per tutti.
Vorremmo poter individuare un percorso positivo e sostenibile, per il benessere di tutti e anche della Terra, intesa come ambiente in cui viviamo. Quale primo passo dovrebbe emergere il problema umano e sociale delle grandi sfide che ci attendono.
In buona sostanza pensare ai grandi enunciati calati sulle nostre singole teste che sono vicine ad altre teste, pensanti. In questo modo si arriva al coinvolgimento di tutti perché tutti vengano informati su un medesimo argomento o aspetto del mondo che ci circonda e sentano di potersi esprimere. Non possiamo delegare ad altri la personale responsabilità di conoscere, documentarci e prendere posizione.
A questo punto non saranno piccoli gruppi ad agire, che a volte paiono anche isolati ed un po’ esagerati nelle letture dei fenomeni. Sarà un popolo intero che chiede e si fa portavoce di istanze condivise. Non possiamo delegare solo ai grandi la responsabilità di scegliere.